TESTIMONIANZA COMPARSA SU LA VOCE DEI BERICI,CIRCOLO NOI  RIVIERA

Noi uomini e donne, cittadini, ma soprattutto da cristiani, che
cosa possiamo fare di fronte al crescente fenomeno delle migrazioni?
È questa la domanda che ha interpellato negli ultimi mesi l’unità pastorale Riviera di Vicenza e in particolare il suo circolo Noi.
Come in molte parti della nostra diocesi, anche a Longara e a S. Croce Bigolina (che insieme a Campedello, Debba e San Pietro Intrigogna formano l’u.p. Riviera) sono presenti rispettivamente una decina e una cinquantina di richiedenti asilo.
Per loro, per le famiglie di migranti arrivati di recente o da qualche tempo, quindi, la comunità cristiana ha scelto di darsi da fare:
a fine 2016, ha avviato una riflessione sul tema dell’accoglienza, aiutata anche dall’allora direttore della Caritas Giovanni Sandonà, per imparare a riconoscere quel Dio che troviamo in chi “straniero è stato accolto”, perché, come ci ricorda Papa Francesco, siamo chiamati ad essere uomini e donne nuovi secondo lo Spirito anche e soprattutto con “gesti di solidarietà e accoglienza”.
Mossi quindi dal desiderio di cercare di imitare lo sguardo che Gesù aveva su ogni persona, la comunità cristiana ha deciso di continuare sulla strada di un percorso già iniziato nel 2013 dal circolo Noi, che già aveva attivato corsi di italiano per stranieri, in particolare frequentati da donne africane.
Insieme alle cooperative presenti sul territorio, in coordinamento con la Caritas diocesana e altre realtà che si occupano dei migranti, con l’aiuto poi del Comune e della Prefettura,affiancato al corso di italiano di sei ore la settimana, tenuto dalle cooperative, è stato avviato il doposcuola, a Longara e S.Croce Bigolina.
Un doposcuola che non è solo rafforzamento della lingua, ma anche scambio e introduzione alla cultura, agli usi e alle abitudini del nostro Paese, un doposcuola che vuole costruire ponti e non muri.
L’Istituto Comprensivo Scamozzi, sollecitato da questi passi condivisi, ha voluto mettere a disposizione delle aule per i corsi, in modo che si potesse usufruire di un ambiente più funzionale e accogliente.
Accanto all’apprendimento della lingua e all’accompagnamento nello studio, per favorire l’integrazione sono state proposte, poi, diverse attività pratiche e concrete, come per esempio tagliare l’erba o ridipingere le inferriate della scuola materna.
Si è anche tenuto un torneo di calcio, gestito dalla cooperativa sociale “Alinsieme”e dal circolo Noi.
Questo progetto certamente richiede uno sforzo culturale, ma è soprattutto occasione di incontro e strumento per conoscersi meglio e imparare a guardare l’altro oltre la paura,stringendo legami che facciano crescere insieme.

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